Sono il visitatore numero:

domenica 23 febbraio 2014

23.02.2014

Amo viaggiare in treno e, da quando ho iniziato a studiare a Milano, sono diventato a tutti gli effetti un pendolare. La tratta che unisce il mio paese della bassa comasca, al centro di Milano, dura una mezzora scarsa. Certo, non è che sia la mezzora più entusiasmante della mia vita, ma specialmente quando il treno non è troppo affollato, è un viaggio tranquillo e piacevole. Un po' diverso rispetto a viaggiare sui binari della
Flåmsbana, che si fanno strada tra le meraviglie della Norvegia occidentale. Non ci sono né fiordi né cascate e nemmeno quelle vallate interminabili che mi ricordo cosparse di greggi di pecore 'messi lì' a rendere ancora più pittoresco il paesaggio attorno. Beh, a pensarci bene qualche volta, attraversando il Parco del Lura, capita di vedere uno stoico pastore che porta al pascolo il suo gregge, ma il bianco sporco delle pecore finisce per dissuadersi tra il grigiore del cielo e dei mostri di cemento della periferia milanese.
Milano invece è bella e austera. Milan l'è on gran Milan, dicono, e la passeggiata che quotidianamente mi porta da Stazione Cadorna ai piedi del Duomo, dà ossigeno alla mia vita, e, tra le parlate di uomini e donne di ogni parte del mondo, mi sento un po' turista anch'io.
Oggi c'è un sole bellissimo che splende alto in un cielo che sa di primavera. Ci fa quasi illudere che la bella stagione stia ormai per bussare alle nostre porte, lasciandosi dietro quelle più severe e riportando colori e brio nelle nostre vite.

Non sono metereopatico, ma basta un giorno di questi per scordarne cento di pioggia.

Matteo.

venerdì 14 febbraio 2014

Cos'è San Valentino?

C'è qualcosa, quello che gli occhi dicono, che riesce ad esprimere concetti altrimenti impronunciabili. Gli occhi parlano di cose per le quali non sono ancora state inventate le giuste parole. Eppure, riusciamo sempre a capire quello che loro vogliono dirci.

Comunque, oggi è San Valentino. San Valentino, la festa degli innamorati, di chi si ama, e allora che abbia inizio lo show di un'ironia altamente fastidiosa di chi, segnato da qualcosa che a loro pareva amore ma invece non lo era, brutalizza e sprezza questo sentimento, sfoggiando un qualunquismo mostruoso. 

Ma cosa sarebbe la vita senza amore? Cos'altro riuscirebbe a farci svegliare colmi di una gioia incontenibile, a farci passare notti insonni sognando ad occhi aperti, se non l'amore? E' la gioia più tangibile, quella che segna i giorni, che prepara il futuro, è il vento di passione che scalda anche i cuori più freddi. Amare è una dipendenza meravigliosa, è come navigare tra i colori di un tramonto infinito, mentre il mare rumoreggia lieto.
Amore è anche molto altro. E' sperare, soffrire, aspettare, fare sacrifici. Sì, perché la felicità più bella è quella che porta i graffi dei sacrifici compiuti per raggiungerla. 
Ma San Valentino non è solo la festa delle coppiette, è anche la festa di chi ama in silenzio, di chi ci crede, di chi è costretto ad amare a testa bassa perché il peso del passato è troppo opprimente. E' la festa di tutti gli innamorati non corrisposti, perché è amore anche questo. Anzi, forse è più amore di tanti altri.

Buon San Valentino a tutti.



domenica 9 febbraio 2014

Ventuno

Ventun anni sono un traguardo importante. Per esempio, non bastano quattro mani per fare ventuno. La primavera comincia nel giorno ventuno, è il ventuno il numero del Blackjack e, nella smorfia napoletana, è il numero che simboleggia la donna nuda. Due + uno fa tre, il numero perfetto, la trinità, il numero che il Mozart dei canestri Drazen Petrovic portava sulla canotta dei Nets.

Festeggiare con gli amici migliori, davanti ad un paio di buone birre, aiuta a riconciliarsi con il significato più intimo della serenità umana. Scostarsi da battaglie interne significative o meno, lasciar da parte ostinazioni e convinzioni che, per quanto bene possano fare all'intelletto, non aiutano la quiete.

Penso che se su molti ambiti fossi più flessibile, la mia vita ne gioverebbe. Dietro ogni mia scelta c'è un vorticoso intreccio di pensieri e previsioni, spesso anche di aspettative.
Sono molto selettivo nelle cose. Per esempio, in amore, quando conosco una nuova ragazza capisco già dal suo viso se potrò mai innamorarmi di lei. C'è quel qualcosa in più, di autentico, che va oltre la bellezza. Il modo in cui muove le mani, in cui parla, in cui pone lo sguardo, il modo in cui sia capace di segnare la differenza tra l'ascoltare ed il sentire, tra il guardare ed il vedere.
Credo molto nel caso. Sono dell'idea che niente capiti senza una ragione precisa, ogni vibrazione della vita è una potenziale proiezione di grandi cose. Se penso alle cose più belle che mi siano mai capitate, realizzo che sono state tutte il frutto di un'impercettibile evento iniziale risultato poi determinante nel portare alla conclusione giunta.

Siamo quel che meritiamo di essere, il risultato dell'espressione algebrica che inizia con i numeri della nostra data di nascita e si porta dietro addendi e sottraendi di ciò che è stata, nel bene o nel male, la nostra esistenza.

Matteo

lunedì 3 febbraio 2014

Stelle cadenti.

Una cosa che mi mancherà -e comunque, già mi manca- della Norvegia è il cielo. Un cielo che di notte si riempiva di così tante stelle che lasciando cadere la testa all'indietro ci si perdeva tra loro. 
Data la (quasi) totale assenza di inquinamento visivo, nella mia isola di notte si poteva ugualmente vedere. Ci si riusciva perché i corpi luminosi erano talmente tanti che, riflessi sull'acqua, davano luce. Una, due, tre stelle cadenti, e poi ancora. Non ci si doveva nemmeno sforzare per ammirarle, così tante da non avere nemmeno abbastanza desideri da esprimere per poterle 'riempire' tutte. E poi quella fiamma, prima verde, poi viola, poi gialla, messa lì ad infuocare il buio: sua maestà l'Aurora Boreale, che sembra nascere dall'oceano e che si perde dove non basta più il mare. Siamo così nulli davanti a questa immensità chiamata natura.



Nell'intervento precedente parlavo di come si debba essere -diventare- capaci di perdere i ricordi, anche se chi mi conosce bene sa quanto mi stia costando fare un'affermazione del genere. Eppure, se davvero si vuole provare a ricostruire qualcosa, a guardare avanti, bisogna essere in grado di lasciarci il passato alle spalle. Magari senza cancellarlo, anche perché dimenticare è la materia che in amore è la più difficile da affrontare. E' impossibile, ed ammetto di aver più volte sognato di essere il Jim Carrey protagonista del meraviglioso  film Eternal Sunshine of Spotless Mind. Si può provare però a 'coprirlo' fino al giorno in cui sfogliarlo nuovamente non faccia tornare mal di pancia, in cui ricordarlo possa portare un sorriso vero, e non quello amaro fatto della presunzione di esserci (senza successo) riusciti.

L'amore umano, inteso come sfera dei sentimenti, è un po' come l'universo. Non si potranno mai scoprire i suoi limiti, capire fino a dove possa espandersi, però comunque ogni piccola delusione rappresenta una galassia che, formatasi, occupa uno spazio che diventa perso, non riutilizzabile. 
Siamo tutti dei piccoli disillusi, vittime di sogni costruiti badando più alle loro dimensioni che alla loro effettiva funzionalità.
Ci piace così, ci piace farci un po' male da soli.

Matteo