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martedì 7 giugno 2011

come una (non) qualsiasi altra mattinata


Chissà come va il vento, se mandato da qualcuno o se spinto dalla voglia di andare. O chissà come va la pioggia, se cade da qualcosa o se vuole scendere a vedere com'è il mondo. Oppure un raggio di sole, se arriva perchè ogni ostacolo se n'è andato dalla sua strada o se invece li ha tolti tutti lui. Differenti cause per arrivare alla stessa conclusione. Poi noi siamo troppo leggeri per provare a capire quale sia quella vera, forse troppo condizionati da quanto buono (o cattivo) sia il fine. Seghe mentali per trovare la strada cattiva ad una conclusione buona e vane consolazioni di sane ragioni che hanno però portato ad un epilogo non desiderato. Che ci vuoi fare, siamo persone. Se non ci complichiamo la vita non stiamo bene.

Stringi di più, cosa ti costa?


Avevo voglia di scrivere, cosa puoi fare con sto tempo. Ieri qui al nord sembrava dipinto tutto con quei pastelli a cera che esagerano di lucentezza, oggi è un acquerello noioso.
Le costanti promesse che mi faccio quotidianamente sul dai che questa sera vado a letto un po' prima, restano ormai abitualmente inesaudite; di buono c'è però che il tempo ”perso” lo uso spesso e volentieri per pensare, allora del tutto buttato via non è. Anzi, mi piace eccome, quasi non vedo l'ora che quel momento arrivi. Ieri, tra i miei pensieri, c'è stato quello del provare ad immaginarmi proiettato avanti di quindici anni. Ho fatto due diverse prospettive, una spudoratamente positiva ed un'altra più razionale. Pochi punti ben collocati, erano gli stessi. Non so perchè mi è venuta in mente questa cosa, però ne ho tratto delle conclusioni più interessanti del previsto, allora ho scritto il tutto su di un foglio che spero mi ricorderò di conservare, così chissà mai che un giorno mi venga voglia di aprire quel raccoglitore e vedere se quello che volevo, magari, si è avverato per davvero.


Servirebbero a volte degli occhi diversi, occhi per giudicare situazioni che ci sembrano normali ma che forse non lo sono. Ieri, come una qualsiasi altra mattinata, la mia sorellina mi ha detto se mi andava di accompagnarla a scuola in bicicletta. Ieri, come una qualsiasi altra mattinata, le ho detto di si. Poi mentre stavamo andando, e io la seguivo da dietro, guardarla così piccolina, armata di caschetto e con un ritmo da duecento pedalate al minuto, mi ha fatto una tenerezza che non sto qui a definire. Ho pensato che tra un mesetto, quando prenderò la bicicletta per andare in paese, sarò lontano da qui e non avrò più una sorellina da accompagnare, rendendola per qualche chilometro orgogliosa di essere con il suo “fratellone italiano”. Allora ieri, come una (non) qualsiasi altra mattinata, andare in bicicletta insieme a lei era diverso. Erano i miei occhi, appunto, diversi. Victoria mi mancherà.


Avrei una frase da scrivere, quella che come ti ho detto prima vorrei gridare a tutto il mondo. Non è il caso, tienitela ben stretta però. E non smettere mai di farmi stare così. Sono felice di essere innamorato di te.  
Matteo.

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